martedì 28 giugno 2011

ti alzi una mattina

e già sai che tanto allegra non sarà perchè alle 10 parteciperai ad un funerale, ma ti consoli perchè pensi che in fin dei conti 93 anni non è una cattiva età per andarsene, soprattutto quando hai anche provato e apprezzato kebab e pizza cono, il problema è per chi resta, soprattutto per un figlio appena tornato a vivere con te che ti vede come un faro in una notte buia in cui naviga in un mare pieno di scogli.
le 10 ancora non sono arrivate che mi chiama un'amica carissima A. che abbiamo visto 8 giorni fa e che dice tra la preoccupazione e l'imbarazzo "la piccola ha la malattia mani-piedi-bocca e tu l'hai presa in braccio, hai qualche bolla per caso?" io che la malattia la conosco solo di nome le dico di portare pazienza che m'informo e che comunque non ho nessun tipo di sfogo.
faccio una veloce ricerca in internet e scopro che teoricamente sono fuori pericolo perchè l'incubazione è di 3/6 giorni, poi leggo che è pericoloso contrarla soprattutto nel primo trimestre di gravidanza e con la mia amica ci poniamo il problema di comunicare la notizia all'altra nostra amica P. presente allo stesso pranzo che è incinta di sole 8 settimane che già è ansiosa di suo e si può facilmente immaginare come può sentirsi ora che aspetta dopo aver a lungo cercato.
per fortuna il maritino suggerisce saggiamente di chiamare non lei ma il marito perchè, oltre ad essere una malattia subdola i cui danni si manifestano a distanza di mesi, non si può neanche curare ma solo aspettare che passi, oggi chiamerò la mia amica A. per sapere le novità.
rifletto ancora un pò su questa malattia e mi rendo conto del fatto che in una sola settimana ho rischiato di contagiare un infinità di persone perchè martedì ho partecipato ad una dimostrazione di baby massage e al corso pre-parto dove c'erano ben 6 neonati al di sotto dei 5 mesi con i loro genitori e 10 mamme in attesa di cui qualcuna addirittura nel 1° trimestre e domenica ad un corso di aggiornamento in Croce Rossa dove eravamo circa 50-60 persone (tra cui mariti di donne incinte)
ammetto di essere estremamente contenta di non aver dato il via ad un'epidemia di proporzioni bibliche.
la giornata purtroppo non finisce qui e alle 15,30 vengo a sapere che un nostro collaboratore, che poi solo collaboratore non è perchè quando una persona la vedi tutti i giorni per tanti anni e ci ridi insieme e ti ci scontri e ti ci ritrovi a parlare del futuro che fa paura perchè il lavoro è quello che è e la vita pure, allora solo collaboratore non può restare e si diventa amici, giusto? ebbene questo amico a solo 32 anni ha avuto un pauroso incidente con la moto e adesso è in coma con tutti i sogni, le preoccupazioni e i sorrisi fermi in stallo intorno a lui e allora pensi.
pensi che posso fare per essere utile?
corri in ospedale e lo vedi lì che sembra dormire con il respiro regolare forzato dalle macchine e ti dicono che almeno è stabile ma che non si sa quando, se e come ne uscirà e allora pensi.
pensi con le frasi fatte e cioè che oggi ci si e domani non si sa.
pensi che lui è uno ordinato e visto che la madre ti ha chiesto di prenderti in carico il suo lavoro forse ce la farai così che, quando tornerà, non avrà perso i suoi clienti e la loro stima (ma solo se riuscirai a fare bene il suo lavoro anche se non è il tuo)
pensi che non puoi far altro che mettercela tutta perchè è l'unico modo che hai per dare una mano
pensi che tu sei disordinata e che tra poco più di un mese finirai sotto i ferri e non si sa mai...ed è per questo che devi mettere tutto a posto a casa ed in un ufficio perchè se dovesse succederti qualcosa almeno chi resta potrà gestire in modo più agevole tutto
pensi che il tuo adorato maritino gira con uno scooter 125 e meno di due mesi fa ha fatto un incidente e che per solo 10 cm non ha preso in pieno un palo e ti aumenta la paura
pensi che tra poco sarai mamma e anche se tu hai combattuto duramente per ottenere il motorino non credi che lo concederai a lei
pensi che i ti amo, i ti voglio bene, gli abbracci ed i sorrisi non possono aspettare domani e che magari non ne dici abbastanza e ti riprometti di dirne tanti tanti di più ogni giorno
pensi che non puoi sempre rimandare a domani le telefonate per dire grazie o come stai e neanche tutte le cose che hai deciso di fare, anche se nella tua vita hai sempre rimandato
pensi anche che a volte il rancore è più forte anche delle tragedie e questo ti dispiace infinitamente perchè le persone non si rendono conto di quanto a volte la loro presenza sia importante, soprattutto quando una persona si trova ad affrontare da sola il gigantesco tutto e soprattutto quando il rancore è rivolto alla persona nel limbo e non a quella che deve gestire da sola nel dolore ciò che anche in modo lucido è difficile da gestire.
ma penso anche che questa è un'altra storia, non mia, che non ho il diritto di raccontare ma forse solo quello di rimanerci male

mi scuso per lo sfogo ma da quando ieri è successo tutto questo, le parole hanno continuato a girare vorticosamente nella mia mente e magari ora che sono qui, nero su bianco smetteranno di rendere tutto così confuso.

a presto
ele


2 commenti:

  1. ... posso solo abbracciarti.
    c'è poco altro da dire, hai già detto tutto tu.

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  2. @polepole: scusa se rispondo solo ora, ma il tempo è volato ed io non bazzico sul blog da tanto...grazie per l'abbraccio, lo apprezzo molto, sembrerà strano, ma per 3 giorni dopo quello che è successo non riuscivo neanche a capire cosa ci fosse da fare nella quotidianità, è una di quelle cose che pensi sempre lontane, poi ti capitano di fianco e ti spiazzano, non oso immaginare cosa può aver provato la madre...anzi, non voglio proprio immaginarlo, mi è bastato guardarla negli occhi.
    un abbraccio
    ele

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